
"La persona sana ha più fiducia nei propri sensi che non nei propri concetti e pregiudizi. Nella fiaba di Andersen I vestiti nuovi dell'imperatore tutti gli altri sono suggestionati, ma il bambino non ha allucinazioni. Per lui l'imperatore è proprio com'è: nudo. Arrabbiati e intimandogli il silenzio gli adulti disapprovano: «Non puoi essere così impudente. I vestiti dell'imperatore sono bellissimi. E solo che tu, stupido, non li vedi». Il bambino è sbalordito, un intero mondo si sgretola. «Come posso credere ai miei sensi? Se vedo non mi amano! Ho più bisogno del loro amore che della verità. É dura da mandar giù, ma imparo La mia lezione sull'adattamento». Potrebbe essere andata diversamente (Chi conosce le leggi delle favole?) Se permetto al bambino di gridare "Il re, il re è nudo!" E né disapprovazione né rimprovero Reprimono le sue proteste Potrebbe smascherarli in quanto stupidi Che tollerano l'inganno. Oh, vergognati re caduto Ingannatore ingannato che inganna se stesso!!!" Fritz Perls, 1969
Potrà capitarci senz’altro e spesso nella vita di affermare ancora che l’imperatore indossa degli abiti magnifici, anche se la nostra percezione non ce lo conferma affatto. La differenza, però, è la consapevolezza di ciò che muove questa sorta di auto-tradimento: il bisogno di appartenenza, la desiderabilità sociale, tutte le dinamiche che inconsciamente si innescano nelle relazioni interpersonali e gruppali (Freud, Bion, Moscovici).
Occorre esperienza, pazienza e persistenza per apprendere a fidarci di noi stess* e autoaffermarci con la nostra autenticità. Don’t give up.
© Maristella Nitti | 2022 | All rights reserved
Rispondi